Possiamo dirlo, la Calabria non è la prima regione che salta nelle nostri menti in materia di vino: possono venirci in mente le cipolle, l’olio, la ‘nduja…ma il vino? Beh, la scorsa estate ho visitato una delle più importanti e storiche cantine di Lamezia Terme e ho potuto constatare con i miei occhi, o meglio, con il mio palato, che i prodotti vinicoli di questo territorio non sono adeguatamente conosciuti e valorizzati.
La cantina Statti è immersa in una paesaggio incantevole di uliveti e vigneti. Si respira aria di storia qui: un antico borgo dove un tempo la gente lavorava e viveva con la famiglia, un uogo che racconta storie di vita passata, di bambini che corrono immersi nella natura, di donne che scendevano dalla montagna per raccogliere le olive.
La varietà dei vini è davvero ottima, tanto da fare centro focale della propria produzione la volontà di riscoprire e valorizzare i vitigni autoctoni del proprio territorio.
Di grande impatto è la loro barricaia, divisa per tipologia di vino: ne sono rimasta affascinata! Si scende verso un piano seminterrato, buio, dove le luci vengono accese progressivamente illuminando questo corridoio, con, ai suoi lati, tante aperture quanti sono i vini che qui riposano.
La degustazione guidata da un preparatissimo sommelier è iniziata con la loro bollicina metodo classico “Ferdinando 1938” in onore del barone Statti. 100% Greco, interessante trovare una bollicina di questo tipo nel Sud Italia, una scelta audace e coraggiosa, che ripaga al palato, in versione Brut e Rosè (100 %Greco Nero). Servito fresco, ottimo per iniziare una cena o per un aperitivo.
Siamo poi passati alla degustazione della DOC “Lamezia Bianco”, 50% Greco e 50% Montonico, giovane, fresco e con una relativa sapidità, di un giallo paglierino carico.
Successivamente il DOC “Lamezia Rosso”, 40% Gaglioppo, 40% Greco Nero, 20% Magliocco, con macerazione sulle bucce per dieci giorni e sosta tre mesi nelle vasche di acciaio, un tannino ben presente ma non fastidioso, sapido, in cui è possibile sentire l’autenticità delle uve che compongono il blend.
Incuriosita, ho chiesto di assaggiare anche “Nosside”, Lamezia DOC, una vendemmia tardiva Greco 100%, una dolcezza in bocca persistente e sorretta da una buona base di acidità.
Cosa mi rimane? La voglia di presentare questi prodotti a cene con altri appassionati come me di vino, per dimostrare come la Calabria abbia degli ottimi prodotti enologici…tutti da scoprire!